Capobianco (1993)
La notte in cui le farfalle volarono indietro è una frase Hopi: una farfalla non vola indietro, i ricordi, si.
Scritto in undici giorni, in un’estate insopportabile.
È il primo romanzo e, dopo tutti questi anni, ancora mi piace. Ero entusiasta, allora, di un’ingenuità un po’ goffa, da esordiente e inevitabilmente autobiografica. Un giovanotto, un amico, la stordente passione per una trentenne dai capelli tiziano, una barca.
Il bello dello scrivere è stare dove, quando, con chi e come si vuole, diversamente dalla quotidianità. Pubblicare con editori di livello, avere un agente letterario, partecipare -e magari vincere- premi letterari è un’altra condizione emotiva. Lo so perché l’ho attraversata. Non so se lo rifarei.